Luglio 27, 2024

La Madonna dei Palafrenieri di Michelangelo Merisi, a cura di Alessio Fucile Storico Dell’ arte

Oggi ti presento di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, del 1606, oggi nella Galleria Borghese a Roma.


La tela, anche detta «Madonna della Serpe», venne commissionata dall’Arciconfraternita dei Palafrenieri, i sediari pontifici, ed era destinata all’altare della loro cappella nella basilica di San Pietro. Nella sua sede rimase però solo pochi giorni.

Secondo Bellori l’arte di Caravaggio non può avere seguito perché corrotta e non bella, e a suo avviso gli episodi di rimozione dei suoi dipinti ne sarebbero la dimostrazione più evidente.

A questo si aggiunga che a causa dell’uccisione di Ranuccio Tomassoni, con il conseguente mandato di cattura nei confronti di Caravaggio, fu ritenuto inopportuno collocare il dipinto nella Basilica Vaticana.

Inoltre la bramosia collezionistica del cardinale Scipione Borghese che, avendo già molti dipinti di Caravaggio, ritenne che quello potesse essere l’ultimo del grande artista, ormai condannato a morte, e pensò di impossessarsene.

In più il dipinto fu rifiutato dalla Confraternita perché presentava aspetti poco digeribili: il Bambino nudo e troppo cresciuto retto da una madonna-popolana che si china mostrando il petto e con un volto molto conosciuto a Roma, quello della modella e amica del pittore Maddalena Antognetti detta Lena. Infine l’atteggiamento distaccato e dimesso di San’Anna, padrona dei Palafrenieri.


La tela raffigura il passo di Genesi, in cui Dio si rivolgendo al serpente con queste parole: «Porrò inimicizia fra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». Papa Pio V in un documento così si espresse: «La Vergine ha schiacciato la testa del serpente con l’aiuto del Figlio».

Caravaggio mostra con la sua potente icasticità proprio questo concetto. Anna è presente in atteggiamento contemplativo e non attivo, distaccata, la sua presenza è esclusivamente in funzione di Maria, che sarà la genitrice di Dio.


La scena è immersa in un buio pressoché totale, rappresenta l’esistenza dell’uomo qui ed ora. Un raggio di luce in alto indica la possibilità di salvezza che è offerta da Dio. Con Gesù e Maria puoi vincere le tenebre che ti circondano e che spesso addirittura scopri dentro di te.


Il Male si presenta strisciante, insidioso, viscido, nelle forme di un serpente. Non è proprio così che l’uomo convive con il male? Un male che non sempre si vede ma che è vicino, prossimo, e che striscia proprio in mezzo alle nostre gambe.

Caravaggio per rappresentare il serpente, sempre attento alla realtà, si è ispirato a un cervone. Anna, a destra, rappresenta ogni uomo.

Ha mani giunte, espressione leggermente disgustata, contempla il male con orrore, ma senza riuscire a prenderne realmente le distanze.

Quante volte ti accorgi del male ma nello stesso tempo ne rimani sedotto, sai che ti procura dispiacere ma non riesci ad evitarlo.

È l’esperienza di Eva che conosce il divieto di Dio di mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male ma nello stesso tempo «vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile» e per questo non resiste alla suggestione del serpente e ne mangia.

Osserva ancora questo particolare: il Bambino con il medio e il pollice della mano sinistra disegna un cerchio perfetto.

Sotto il serpente potrebbe descrivere un cerchio perfetto se fosse unito ma è spezzato. Non può essere il male la perfezione ma il bene, che si identifica con Gesù.


Maria è presentata da Caravaggio come nuova Eva e Gesù nuovo Adamo, l’antica inimicizia tra la donna e il serpente si esplica nello schiacciamento della testa di quest’ultimo. Maria, donna popolare, dallo sguardo fiero e dalla bellezza prepotente, con un espressione del viso perentoria, decide, opera, sa come fare.

Prende il Bambino sotto le ascelle, lo sostiene e spinge il piede sulla testa del serpente per schiacciarlo. Il Bambino la imita e poggia il piede sopra il suo.


La zona oscura determina lo spazio cubico della stanza nella quale avviene la rappresentazione. Sembra che Maria e Gesù facciano un passo verso la luce che, investendoli in pieno, li rivela, portando un ulteriore senso della rivelazione che rende chiaro tutto il cammino della salvezza nella storia.

La porta che si intravede sulla sinistra è l’antica porta del giardino di Eden, attraverso la quale Adamo ed Eva sono stati cacciati, ma presso la quale l’uomo è ricondotto grazie all’infinita misericordia di Dio, che ha preservato la Vergine per donare al mondo suo Figlio Gesù.

Grazie per la tua attenzione.